Il recupero crediti in Europa: da oggi i creditori italiani hanno una nuova arma per aggredire i debitori d’oltralpe – Ep. 9
Ep. 9 – Il recupero crediti in Europa:
il sequestro conservativo dei conti correnti d’oltralpe
Avete un credito da recuperare in uno Stato Membro dell’UE, ma non sapete che pesci prendere?
Sappiate di non essere gli unici! Infatti le imprese rinunciano ogni anno a recuperare ingenti somme (solo nel 2016, più di 600 milioni di Euro) per le difficoltà legate a procedure da eseguire all’estero!
Dal 18 gennaio 2017 è entrata in vigore la normativa sul sequestro conservativo dei conti correnti.
Oggi tutte le PMI possono far ricorso a questo rapido e efficace strumento, compilando un semplice modulo.
Il sequestro permette di congelare il conto corrente del debitore sia che il creditore abbia già ottenuto un titolo esecutivo (ad esempio una sentenza) sia che lo debba ancora richiedere. In questo modo, si garantisce l’esistenza di denaro su cui poi soddisfare il proprio credito.
Con il nono episodio di ^MCM il Podcast di diritto per le piccole e medie imprese^ vi spiegheremo cosa è il sequestro conservativo europeo e quali potenzialità riserva.
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Materiali:
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Modulo per la richiesta del sequestro conservativo europeo;
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Regolamento (UE) n. 655-2014;
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Regolamento di esecuzione (UE) 2016-1823;
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Qui potete trovare tutti i moduli definiti dal Regolamento di esecuzione (UE) 2016-1823.
Finanziamenti per PMI
L’opportunità di finanziamento che abbiamo individuato per Voi questa settimana è il bando Edison Pulse 2017. Si tratta di un’iniziativa lanciata da Edison rivolta a Start up, team informali di almeno 3 persone fisiche e imprese sociali ad alto potenziale di innovazione. In palio ci sono un premio monetario di € 50.000; un periodo di incubazione di 4 settimane presso un incubatore partner di Edison; una campagna di comunicazione sulla stampa nazionale.
Ascoltate il podcast per tutte le informazioni aggiuntive su questo nuovo bando. Tutta la documentazione è disponibile sul sito https://edisonpulse.edison.it/premio.
Non hai voglia di ascoltare il podcast ma sei comunque interessato all’argomento?
Nessun problema! Qui sotto puoi trovare la trascrizione integrale dell’episodio n. 9 – Il recupero del credito in Europa: il sequestro conservativo dei conti correnti d’oltralpe.
MJ – Benvenuti ad una nuova puntata di MCM il Podcast di diritto per le piccole e medie imprese!!!!
Avete la necessità od il desiderio di conoscere le regole scritte che vigono nel mondo degli affari? Questo è il podcast giusto per voi!
Io sono Matteo Majocchi, avvocato del Foro di Milano e titolare di MCM Studio Legale Associato Majocchi Cavajoni Molinari.
Ogni due settimane circa spieghiamo ai nostri ascoltatori quali sono le regole del gioco a cui tutte le piccole e medie imprese italiane sono soggette, tentando di fornire spunti e strumenti per far crescere e competere al meglio la vostra azienda.
Quest’oggi, insieme al mio socio Matteo Molinari, abbiamo deciso di affrontare un tema di grande attualità: il recupero del credito in altri Paesi europei.
Lo spunto ci viene da un recente regolamento dell’Unione Europea che ha introdotto il sequestro conservativo dei conti correnti d’oltralpe.
Abbiamo così deciso, vista l’attualità dell’argomento, di dedicare un’apposita puntata del Podcast, che, come già sa chi ci segue, è finalizzato all’approfondimento di tematiche legate al mondo delle PMI con un taglio pratico e senza terminologia tecnica, per consentire a tutti un aggiornamento, anche senza essere operatori del diritto.
ML – Buongiorno e benvenuti a tutti. Il recupero del credito fuori dai confini dell’Italia e, precisamente, in Europa è di sicuro interesse per le PMI. Sono infatti tantissime le PMI che ogni anno rinunciano al recupero del credito oltreconfine, vedendo così svanire le aspettative di incasso per lavori svolti e commesse completate. Si tratta di una situazione frustrante soprattutto se guardiamo i numeri: l’Unione Europea parla di 600 milioni di Euro che ogni anno non vengono recuperati.
La difficoltà di porre in essere un’azione di recupero del credito all’estero è stato in passato un forte deterrente per gli imprenditori, tanto da portarli a non provarvi neppure!
E noi possiamo confermarlo! Come professionisti tocchiamo con mano ogni giorno le difficoltà dell’imprenditore italiano nell’ottenere in modo sicuro e concreto all’estero ciò che gli spetta.
Oggi il recupero del credito in Europa potrebbe non essere più uno spauracchio: passiamo, infatti, da una situazione di incertezza ad un nuovo scenario: perché dal 18 gennaio 2017, il legislatore europeo – nell’ambito delle misure “giustizia per la crescita” – ha introdotto un nuovo strumento: il sequestro conservativo sui conti correnti.
Si tratta in sostanza della possibilità di chiedere al Giudice un sequestro dei conti correnti del debitore straniero. Faccio un esempio pratico: immaginiamo che un imprenditore italiano abbia eseguito una fornitura di merci in Spagna e il compratore rifiuti il pagamento del prezzo.
Un tempo, il nostro imprenditore avrebbe dovuto iniziare un iter legale, con i relativi oneri e costi, senza poter avere la certezza di ritrovare – alla fine del processo – un debitore “capiente” e quindi in grado di pagare quanto dovuto.
Oggi invece, grazie al nuovo strumento di cui vi stiamo parlando, l’imprenditore che si dovesse trovare in questa situazione, se teme che il suo debitore faccia svanire nel nulla i soldi per evitare di pagare, può chiedere e ottenere un sequestro conservativo dei conti correnti intestati al suo debitore così da congelare il denaro che lo stesso detiene sul proprio conto corrente. In questo modo si mettono al sicuro i beni su cui un domani ci si andrà a soddisfare! In altre parole, si può iniziare un iter legale all’estero volto ad accertare il proprio diritto ad ottenere il pagamento, avendo comunque la certezza che, alla fine di questo percorso, i soldi sono lì ad attendermi.
MJ – Esatto! E questo sì che è uno strumento rivoluzionario. Però andrei per passi: provo a spiegare un attimo che cosa è un sequestro e che differenza c’è rispetto al pignoramento.
La differenza è sostanziale: il sequestro congela i soldi su un conto corrente e il debitore non può in alcun modo disporne. Questi soldi, però, non vengono consegnati al creditore finché un giudice non abbia accertato il suo diritto al pagamento. È quindi uno strumento conservativo, con il quale il Giudice stabilisce che un determinato conto corrente è intoccabile. Dall’altro lato, invece, abbiamo il pignoramento che, al contrario, è un mezzo di aggressione del conto corrente, finalizzato ad impadronirsi dei soldi che ci sono.
La logica del sequestro, quindi, è quella di bloccare i soldi in attesa della futura possibilità di poter aggredire il patrimonio del debitore.
Bisogna, però, far presente che non tutti i crediti rientrano nell’ambito di applicazione del sequestro europeo. Infatti, sono esclusi tra gli altri: i crediti relativi ai fallimenti, alla materia fiscale, doganale o amministrativa, i diritti patrimoniali derivanti da un regime matrimoniale, i testamenti.
Ma ciò che più importa a noi oggi è che il caso per eccellenza di applicazione del nuovo sequestro europeo sono proprio i crediti commerciali, basati su fatture non pagate.
Matteo, però dimmi la verità: per richiedere il sequestro europeo bisognerà produrre montagne di carte e sottostare a procedure burocratiche allucinanti, vero?
ML – Tutt’altro! La semplicità e la velocità sono le caratteristiche di questo nuovo strumento. Infatti, per farne richiesta è prevista una procedura agilissima! Basta compilare un semplice modulo standard, uguale in ogni Paese dell’Unione Europea, che consente in pochi passaggi di predisporre la domanda di sequestro.
Troverete, nei materiali a disposizione sul ns. sito www.studiolegalemcm.it, nella sezione dedicata ai podcast, il fac-simile del modulo da compilare.
Vi descrivo sinteticamente quali sono i principali dati richiesti dal modulo:
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partiamo, ovviamente, dalle generalità del creditore e del debitore;
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gli elementi a fondamento del proprio credito (come contratto e fatture);
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una descrizione di tutte le circostanze pertinenti che giustificano l’emissione dell’ordinanza di sequestro conservativo (immaginiamo i precedenti solleciti, eventuali riconoscimento del debito, etc.); e, da ultimo,
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le coordinate bancarie del debitore (mi riferisco all’IBAN o al BIC) e il nome della banca;